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Il Papa Terribile

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Il Papa Terribile

1. Della Rovere

A. Jodorowsky, testi
Theo, disegni
S. Gérard, colori
F. Bossard, colori

vol. brossurato, 112 pag., colore

euro 14,00


Panini Comics  Collezione 100%

.

E’ il 18 agosto del 1503. La scalata al soglio di San Pietro da parte del cardinale Giuliano Della Rovere, eterno nemico del clan dei Borgia, comincia pochi istanti dopo la misteriosa morte di papa Alessandro VI, avvenuta quella stessa notte. Nulla, assolutamente nulla, verrà giudicato troppo sordido, violento, scandaloso o ripugnante da Giuliano per raggiungere il trono papale. Aiutato dal suo amante Alidosi, da un ultra-libertino e cinico Niccolò Machiavelli e dalla sua propria spietata determinazione, oltre che dal furto, dal tradimento e dall’assassinio, Della Rovere sarà eletto papa col nome di Giulio II.
Benedetta sia Roma! Benedetta sia l’Italia! Benedetta sia la Chiesa Cattolica, Imperatrice del mondo intero!

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Non ero l’unico a pensare che Il Papa Terribile di Jodorowsky e Theo non sarebbe mai uscito in Italia… le solite cose: il “Paese col Vaticano in casa”, “Vaticanolandia” ecc. Tutte cose vere, sia chiaro: anche se questa nazione non è dichiaratamente teocratica, le conquiste sociali tardano ad arrivare proprio “grazie” (…) alla presenza del Vaticano.

E invece Panini Comics, evidentemente non condizionabile da teocrazie non dichiarate e vaticanismi vari, pubblica proprio in queste settimane questo imperdibile volume, destinato, s’intende, a un pubblico adulto. Scelta dettata, certamente, dalla bellezza dell’opera; anche se a mio parere l’opera ha un altro, altissimo pregio: l’anticlericalismo.

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L’anticlericalismo è un valore che se potessi renderei insegnamento obbligatorio a scuola (insieme all’educazione civica e al rispetto delle diversità) e invece qui a Vaticanolandiaè così poco presente, così boicottato, così malamente considerato. E pensare che è un valore che non ha nulla a che fare con la religione o, meglio ancora, la spiritualità.

Ma torniamo al fumetto.
L’autore dei testi, Alejandro Jodorowsky, non è certo uno sconosciuto qui in Italia: i suoi volumi, che siano a fumetti o che siano romanzi o saggi, sono molto noti, vendono bene e godono di una moltitudine di ammiratori e ammiratrici.

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Il Papa Terribile, la storia del papa Giulio II,è un fumetto “storico” in quanto ha per protagonisti personaggi realmente esistiti, non nel senso che rispetti necessariamente gli accadimenti “così come sono avvenuti” - e infatti Jodorowsky non è uno storico di professione.  
Il volume racconta una storia piena zeppa di violenza, sesso, veleni e, appunto, anticlericalismo.
Qui tutto è eccesso.

Ma senza nulla togliere alla maestosità e all’efficacia della storia e della scrittura di Jodorowsky (che amo a prescindere), lo splendore del volume è dovuto ai magnifici, realmente sontuosi disegni di Theo (al secolo Theo Caneschi) . Una vera esplosione di gioia per gli occhi.

Lo stile di Theo riesce a essere "iperrealista" per quanto riguarda le espressioni dei personaggi, che specie nei primi piani pare escano dalla pagina pronti a mangiarti il naso, e allo stesso tempo molto "fumettistico", ovviamente nella migliore accezione del termine, anche e soprattutto per l'uso anti-naturalistico dei colori: a questo proposito i coloristi Gérard e Bossard hanno fatto uno splendido lavoro non andando mai a “coprire” o a rendere piatti i magnifici disegni di Theo.

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Le anatomie, i nudi, specie quelli maschili che abbondano, tutto è disegnato splendidamente, con sapiente conoscenza del corpo e delle varie età del corpo; le caratterizzazioni dei personaggi, dei loro volti soprattutto, rasentano la perfezione. Anzi questo è proprio uno dei punti di maggior forza del volume: la potentissima dinamica che Theo riesce a trasfondere nei volti e nei corpi e nei movimenti dei personaggi. Personaggi vivi.
Questo non vuole dire che il resto (paesaggi, interni, arredi, costumi ecc.) restino in secondo piano: anzi, la straordinaria maestria di Theo rende “tridimensionale” qualsiasi elemento della tavola e la cura del particolare è un pregevole “di più” che impreziosisce ulteriormente il volume. Guardare gli arredi, i sontuosi vestimenti di Giulio II, i costumi dei prelati e dei guerrieri, gli abiti degli altri personaggi, equivale a perdersi in uno splendido reticolato di segni e colori pieni di bellezza e di forza.
Chissà se il fatto che Theo sia nato nella stessa città di Leonardo da Vinci significa qualcosa in termini di destino e capacità artistiche?...

La linea di Theo non è ossessivamente "omogenea" (siamo distantissimi da una qualsivoglia "ligne claire"; per intenderci basta guardare le immagini a corredo, che comunque NON rendono minimamente quanto rende osservarle su carta), la realtà è interpretata in senso realistico per quanto riguarda proporzioni, anatomie  e prospettive, ma al contempo le tavole sono perfettamente fumettistiche, senza che ci sia bisogno di chissà quali sperimentazioni o arditezze grafiche.

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Il tema-colore dominante è ovviamente il rosso: parlando di papi, di cardinali e di sangue il rosso è il colore naturale. Una luce un po’ soffusa è presente nei disegni, ma questo effetto – dovuto alla colorazione – non disturba, rende anzi meglio, a mio parere, l’atmosfera generale.

La storia non ha nessun punto di stallo, ma anzi dall'inizio alla fine prosegue quasi di corsa tra avvenimenti sempre più crudelmente e violentemente intensi, maestosi ed eccessivi, colpi di scena e una scia di sangue che percorre, insieme a una onnipresente macabra ironia, l’intero volume. Insomma si legge d'un fiato perché è avvincente e anche stuzzicante, piena com’è di scandali e di situazioni che vanno dal pruriginoso all’esplicito, e diverte tantissimo perché osa ed eccede ma senza scadere mai nel ridicolo o, peggio, nel banale.

Il fatto che il papa Giulio II e una buona parte della cricca prelata sia omosessuale, e il fatto che in tutta la storia questa omosessualità non venga mai una volta trattata in modo “particolare” o diverso dalla, per esempio, eterosessualità di Niccolò Machiavelli, è un ulteriore pregio. Ecco - finalmente! - un fumetto in cui personaggi omosessuali non rappresentano nessuno stereotipo: non c’è traccia di politically correct qui, nessun omosessuale è descritto secondo i triti dettami di una morale in decomposizione che ci vuole tutti “effeminati” o “portati per…” o “delicati” o “sensibili”. Finalmente una storia in cui personaggi omosessuali sono malvagi, stron*i, ipocriti esattamente come lo sono tutti gli altri, né più né meno. Non è certo né il genere né l’orientamento sessuale a determinare le “inclinazioni” di una persona [1]. Da uno come Jodorowsky non mi sarei aspettato nulla di meno a riguardo.

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Per quanto riguarda i dialoghi faccio un'osservazione del tutto personale (come ogni cosa qui scritta): talvolta la prosa messa in bocca da Jodorowsky ai vari personaggi è spesso un po' troppo stereotipata, un po' troppo, come dire, "leggendaria", un po' troppo "proprio-come-ce-l'aspettavamo" e forse, da questo punto di vista, l’autore cileno avrebbe potuto osare un pochino di più.
Questo però non inficia né la bellezza né la fluidità della storia né tantomeno l'efficacia delle caratterizzazioni. 

L’ultima pagina termina con la scritta “continua…” e spero vivamente che ciò risponda al vero e che esca presto il seguito di questo volume splendido e imperdibile che consiglio a chiunque voglia immergersi in una storia intensa, appassionante, senza tabù e magnificamente disegnata.

Orlando Furioso



Nota:

[1] Questo, al contrario di ciò che potrebbero pensare certi moralisti gay, fa bene alla causa dei diritti delle persone omosessuali: “nessuna discriminazione” significa anche il diritto ad essere stron*i/e proprio come lo sono gli eterosessuali (o i non-sessuali, o i polisessuali o chiunque). Personalmente sono arcistufo tanto dell’omofobia quanto di “persone gentili” che danno per scontato che siccome sono gay io debba essere “più sensibile”, “con un maggior senso artistico” o altre, discriminatorie stron*ate del genere.

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