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Tora e Ookami

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Tora & Ookami
La tigre e il lupo

vol. 1 (di 6)


di Yoko Kamio

bimestrale, brossurato,
pag. non dichiarate, b/n


n. 1 in prom. € 1,99
(i seguenti vol. € 4,50)


Planet Manga


"Che male c'è a fantasticare su due ragazzi?"



Leggendo le primissime pagine di questo manga di Yoko Kamio, acquistato solo per il sottotitolo ("Che male c'è a fantasticare su due ragazzi?") e per la conveniente offerta promozionale, ho pensato di non aver fatto un grande affare. In realtà le parole esatte che ho pensato sono state: "Ma che razza di sciocchezza ho comprato?!?".
Dopo nemmeno dieci pagine ero già completamente catturato dalla lettura di Tora & Ookami - La tigre e il lupo, conquistato dal suo tono lieve, leggermente scanzonato, deliziosamente permeato da piccole scene di vita quotidiana, naturalmente virate in tinta shojo!



"Che cosa succede quando una liceale con la passione dei boys' love incontra due bellissimi ragazzi? Una serie infinita di gag, equivoci e... fantasie...", recita la mini-trama sul retrocopertina. 

Mii Torisawa (coi capelli sciolti sta molto meglio)

Mii Torisawa, l'adolescente protagonista, gestisce insieme alla nonna una piccola tavola calda. Un giorno entrano nel locale due bellissimi giovanotti, l'uno in stato di semicoscienza, sorretto dall'altro il quale chiede imperiosamente qualcosa da mangiare per l'amico che è talmente dedito alla sua arte da scordarsi persino di mangiare...

Due personalità opposte, uno dei classicissimi stereotipi del genere boys' love: l'uno - Toraji Sengoku (detto Tora, tigre) - tenero e micino (uke in giapponese, o il "passivo", secondo un'omofobica e reazionaria concezione della coppia maschile), l'altro - Ken Ookami (Ookami, lupo) - grintoso e aggressivo (seme in giapponese, o "l'attivo").

La particolare situazione che si viene subito a creare al ristorante, come la vicinanza fisica tra i due, una estrema confidenza e un paio di gag equivocanti, fanno subito pensare alla giovane, deliziata Mii che i due siano una vera coppia come quelle dei manga boys' love per i quali va pazza.
Toraji Sengoku, detto Tora (tigre)
Da qui in poi di dipana una trama che se non eccelle per originalità, si fa però leggere più che volentieri, offrendo parecchi momenti di vero spasso e certamente anche un po' di commozione.



Inizialmente i personaggi sono un po' tagliati con l'accetta, come si suol dire; ma proseguendo nella lettura vengono fuori pian piano le caratteristiche più profonde e in un certo modo "uniche" dei protagonisti. 
Lasciando chi legge con un bel cliffhanger alla fine del volume...


A dispetto della primissima impressione che mi ha fatto credere di trovarmi di fronte un manga ultra-superficiale, ho invece trovato molto tenera e anche di una certa profondità la sottotrama che vede Mii vincere la sua timidezza e combattere per mantenere in vita la tavola calda Il Girasole, minuscolo locale di cucina tradizionale giapponese, nel quale da cinquant'anni ogni piatto è cucinato con amore e dedizione. Localino che rischia di essere annientato dalla costruzione di una grande "area di  ristoro" da parte di una grande azienda...

Ken Ookami (Ookami, lupo)

Altro merito di questo piccolo manga, piacevole, leggero e scorrevole, è che mi ha fatto riflettere su questo: benché molti shojo siano spesso pieni di stereotipi, accade talvolta che i sentimenti descritti (spesso anch'essi stereotipati) riescano a dare un immediato e semplice senso di appagamento che sfugge a sofisticate classificazioni ma che ha molto a che fare con la realtà e che non è necessariamente "falso".



Mi è venuto immediatamente in mente il paragone con le telenovelas, che però - le rare volte che ho provato a guardarle - non hanno minimamente funzionato, non mi hanno comunicato nulla se non esasperata finzione nel senso peggiore e più deleterio del termine, "sentimenti" sbandierati un tanto al chilo e completamente privi di qualsivoglia verosimiglianza, squalificanti,beceri.



All'interno del manga è la stessa Nonna di Mii (delizioso personaggio, un po' la nonnina ideale che tutti vorremmo avere... [1]) che mette in atto questo tipo di riflessione, quando, pensando a Mii, giunge a un'analoga conclusione: "Scrivere un romanzo e parlare di sogni dev'essere il suo modo per mantenere l'equilibrio".


la Nonnina di Mii

Sono consapevole che questi tipi di manga sono considerati da parecchie persone poco meno che ciarpame, è un pensiero che io stesso ho fatto per diverso tempo, fino a che mettendo da parte i pregiudizi e lasciando che i miei desideri fluissero (un po' più) liberi, non ho scoperto che la lettura di certi fumetti, non scemi ma certamente non "colti" e non degni di menzione sul Grande Atlante della Critica Fumettistica, mi dava piacere, benessere e appagamento. E stimolava persino certe riflessioni che, seppur banali per menti superiori, non si sono rivelate inutili o infeconde per un'anima semplice come il sottoscritto ^^.
Senza dimenticare il punto n. 5 dei "Diritti imprescrittibili del lettore/lettrice" di Daniel Pennac (autore che per altro non è tra i miei preferiti) [2].



Bene, terminati questi patetici tentativi di giustificazione, torniamo al nostro delizioso manga che come ogni prodotto culturale, alto o basso che sia, ci dice qualcosa sul luogo in cui viene creato/ambientato: anche questo manga ci mostra che in Giappone la pressione sociale è molto forte, fin dalla scuola, e avere opinioni differenti da quelle comunemente accettate, anche solo in un piccolo gruppo come una classe scolastica, non solo non favorisce l'amicizia, ma contribuisce a creare pregiudizi quando non bullismo. [D'altronde se il tema di molti manga è proprio il bullismo, è segno che il fenomeno è purtroppo ben conosciuto anche da quelle parti...].
compagni di scuola di Mii (da nuclearizzare!)
I/le compagni/e di classe di Mii, infatti, sono tra i personaggi per ora più stereotipati (e suscitano anche pensieri omicidi, tanto sono stronzi/e!) e sono coloro che simboleggiano il controllo, l'uniformità di pensiero che coincide con la "cattiveria".
A differenza del biondo Tora e del corvino Ookami, anch'essi inizialmente tratteggiati in modo massivo, che con l'avanzare della storia dimostrano invece un'individualità spiccata e meno conforme. Tant'è che i due, più adulti in età e pensieri rispetto alla giovane protagonista, fungono da specchio per Mii, la quale sebbene tentata da spinte comprensibilmente omologanti, comincia anche in virtù della sua spiccata fantasia (tiene un blog nel quale scrive romanzi yaoi) a cercare di volare con ali proprie.

Un cenno ai disegni, che sono piacevoli, non eccessivamente definiti (ma i personaggi sono sempre riconoscibilissimi), anatomicamente corretti. Questo è un manga che i detrattori classificherebbero con la dicitura "teste parlanti", nel quale cioè l'attenzione dell'autrice è posta principalmente sui personaggi e sui loro discorsi e sentimenti: abbondanza, cioè, di volti espressivi e linguaggio del corpo. Yoko Kamio si concentra meno sugli sfondi, anche se ciò non significa che siano assenti. Poca e "sopportabile" è la presenza di sbrilluccicamenti, fiorellini fiorellosi e glitteraggi vari...anche se ciò non significa che siano assenti.

compagne di scuola di Mii (come sopra...)
Infine: un manga che mi ha deliziato in modo lieve e carezzevole e, seppure conscio dei rischi cui una tale narrazione può portare (se l'autrice non è abbastanza brava questi temi possono facilmente scadere nel banale/ripetitivo), attendo con interesse la seconda uscita.
Mi sento di consigliare Tora e Ookami solo a chi si senta un po' attratto/a da questo tipo di tematiche e situazioni adolescenziali, leggere, un po' comiche un po' drammatiche, non più infantili ma non ancora "adulte".







Note:
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[1]... poi mi ricordo improvvisamente che ho già l'eta in cui io stesso potrei essere nonno...
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[2] 
"Il diritto di leggere qualsiasi cosa" ("Come un romanzo", Daniel Pennac, Feltrinelli, 1993)





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