Quantcast
Channel: pensieri di carta
Viewing all articles
Browse latest Browse all 282

Altre Storie Brevi e Senza Pietà

$
0
0

Altre-storie-brevi-e-senza-pieta_cover

Altre storie brevi e senza pietà

di Marco Taddei, testi
e Simone Angelini, disegni

prefazione di Ratigher


vol. unico, brossurato

116 pag. b/n

euro 10,00

Bel-Ami Edizioni

Vi ricordate quando vi ho ho parlato di Storie Brevi e Senza Pietà? No, certo che no. Quando non parlo di mainstream, questo blog diventa un deserto con le tumbleweeds che rotolano silenziose spinte qui e là da un vento fastidioso…

Comunque: adesso parliamo di Altre Storie Brevi e Senza Pietà che è il nuovo lavoro di Marco Taddei e Simone Angelini , che si potrebbe definire il “sequel (molto) maligno” del primo volume.

la_madre_di_oscar

Non che il volume precedente fosse una collection di storie edificanti natalizie, ma questa volta i due allegri autori hanno proprio esagerato.
Nel primo volume – che per inciso continua a piacermi parecchio (sì, l’ho ri-riletto per l’occasione) - i due erano rimasti un po’, come dire, sull’aleatorio, sul poetico, sul non-del-tutto-espresso e gli intrecci delle brevi storie tendevano a una complessità e a un soprannaturale seppur non certo sereno ed innocuo, comunque non eccessivamente inquietante, mentre in questo secondo volume l’agghiacciante la fa da padrone e le mediazioni poetiche sono volutamente assenti.

storia_della_testa_di_enrico

Se nel primo volume il“senza pietà” era da me percepito come fondamentalmente letterario, in questo secondo e abbastanza terrificante volume il “senza pietà”è letterale, la rappresentazione cruda, la descrizione non mediata da altro che non sia la volontà narrativa degli autori: niente cincischierie carine, insomma, ma sberloni ben assestati. Se lo scopo era quello di dare una fortissima scossa al lettore (uso il maschile perché in questo caso il lettore sono io), beh direi che lo scopo è stato raggiunto con anche un bonus di mille punti.

Nel mio commento al primo volume ad un certo punto avevo usato l’espressione “umana pietà”. Se a sproposito o meno non saprei, ma l’avevo soggettivamente percepita, era uno dei leit-motiv, era un briciolo di (ironica) consolazione.
Ecco: in questo secondo volume invece l’umana pietà ce la possiamo proprio scordare. Finito di leggere il volume ho sentito un’onda di gelo fin nelle ossa; ora sono qui a scrivere queste righe e vi assicuro che stasera prima di dormire mi leggerò qualcosa di molto leggero.

storia_dello_zio

Quindi da sconsigliare ad animi troppo sensibili o tendenti alla depressione? Beh, no, non a questo punto, forse sono io che sono un tantinello esageratamente sensibilone su certe tematiche.
Sta di fatto che in questi racconti brevi e ficcanti, veri horror esistenziali, non ho percepito né intenti consolatori né grottesco (il grottesco è in fondo una delle forme di narrazione che si usano per rendere più tollerabile l’intollerabile, no?), ma ho invece sentito fin sotto la pelle paure e disperazioni descritte e raccontate in modo (quasi fastidiosamente) reale.
I racconti di Taddei e Angelini– otto storie/quasi nove – stimolano in chi legge il confronto con argomenti, o meglio con sensazioni, ben conosciute ma generalmente evitate, che possono far male e lo fanno senza il “cinismo a tutti i costi” che va tanto di moda da qualche anno a questa parte (e che serve, invece, a giustificare qualsiasi cosa in nome di idee ed ideologie sempre, sempre reazionarie e anti-umane).

storia_della_riunione

Storie umane, più che umane, anche quando il protagonista è una mosca, un comune dittero, uno di quelli che ci si posano addosso almeno un milione di volte durante la nostra vita.
Tutte le otto/quasi nove storie di Altre Storie Brevi e Senza Pietà, anche quando descrivono situazioni apparentemente assurde (come ad esempio superpoteri maligni) o luoghi irreali (l’Inferno), restano ancorate ad una narrazione, come dire, “naturalistica”, lineare e comprensibile e decisamente anti-sensazionalistica.
E sono e restano fortissimamente storie a fumetti dove cioè tutto, dalla scrittura alla scansione della tavola, ai tipi di inquadrature, alla ricerca grafica, è squisitamente fumettistico. Non sono la “versione a fumetti” di qualcos’altro.

storia_di_una_mosca

A questo proposito, scrittura e disegno si sono fatti ancora più sicuri e decisi. A differenza del volume precedente qui non vengono sperimentati stili diversi, forse perché lo stile è finalmente acquisito ed estremamente efficace.
La scrittura si è fatta più fluida, bilanciata e coinvolgente e il tratto pur restando apparentemente “semplice” e squadrato, ha acquistato ulteriore sicurezza e efficacia di descrizione ed è esteticamente di mio gusto. La disposizione quasi sempre regolare di tavole e vignette da alle storie e all’atmosfera generale un aspetto ancor più inquietante e lugubre: è il contenuto, la raffigurazione in sé stessa a far sprofondare chi legge in un vortice cupo e grigio, senza bisogno di girare il volume a destra o a sinistra o capovolgerlo.
E’ anzi molto apprezzabile l’assenza di trucchetti grafici per stupire i gonzi.
In queste storie lo stupore viene offerto a chi legge dalla sicurezza con cui gli autori affrontano e porgono il perturbante, non da qualche trucchetto alla moda. Aggiungo che una certa, positiva freddezza generale non fa che aumentare l’efficacia complessiva dell’opera.

storia_di_mario_allinferno

Le storie sono difficilmente inquadrabili in un “genere”, ma ne mischiano felicemente diversi e si muovono agevolmente e con invidiabile sicurezza tra horror, noir, soprannaturale, distopia, follia e, naturalmente, morte.
Il tutto, come dicevo, in un’atmosfera sempre plumbea e permeata di disperazione, anzi di pessimismo cosmico che è la cosa più vicina al “realismo” che mi possa venire in mente ora.

Gli stessi titoli delle storie – La storia della madre di Oscar, Storia della testa di Enrico, Storia dello zio, Storia della Riunione, Storia di una mosca, Storia di Mario all’Inferno, Storia di una biglia e Storia con la Morte– denunciano una sorta di distacco emotivo, di volontà “neutra” atta solo a descrivere, senza enfasi o strilli. I dialoghi e i pensieri dei personaggi e le didascalie sono ridotti all’osso, essenziali e anzi molte vignette sono mute. Il punto di vista, l’inquadratura, sono cinematografiche e quasi sempre personaggi e situazioni pare si rivolgano direttamente verso chi legge, come se intendessero costringerlo/a a prendere una posizione, come se queste storie fossero degli “avvertimenti”…

Alcuni passaggi strappano un sorriso (amaro, beninteso) come ad esempio nell’ultima storia del volume nella quale la protagonista è la Morte, graficamente descritta proprio come ce l’aspettiamo, ma nell’essenza assai diversa dal suo stesso mito.

storia_di_una_biglia

Splendida e molto suggestiva, infine, la copertina: un banchetto circolare, che ricorda molto le danze macabre medievali, presieduto dalla Morte circondata da demoni, strani animali senzienti e un solo essere umano, all’interno di un paesaggio e di un cielo che non lasciano molte speranze.

La mia considerazione verso questo volume a fumetti, comprensiva di tutto l’orrore e la tristezza che ho provato a leggerlo, è estremamente positiva, considero cioè quest’opera perfettamente riuscita, splendida nella sua crudeltà e non temo di dire che – ovviamente! - è anche divertente… che sembra in alto contrasto con quanto sin qui detto, ma invece non lo è.
Ottima, infine, la prefazione di Ratigher.

E’ proprio così che bisogna fare: prendere il lettore (sempre io) e sbatacchiarlo ben bene, consolarlo zero e, anzi, renderlo più consapevole. Ma consapevole esattamente di cosa? Ah beh, questi sono affari così soggettivi che al massimo potrei parlarne col mio analista, se ne avessi uno.
Lettura consigliatissima (bambin* esclus*) perché Altre Storie Brevi e Senza Pietà offre un’esperienza di un’intensità unica e speciale che non si può trovare così facilmente altrove.

Orlando Furioso

 

storia_con_la_morte


Viewing all articles
Browse latest Browse all 282

Trending Articles