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Dossier TAV
Una questione democratica
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di Claudio Calia
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brossurato, 128 pag, b/n
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€ 14,00
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Becco Giallo
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"Quello che abbiamo perso l'abitudine di fare è mettere insieme, trovare le connessioni tra le informazioni - sempre parcellizzate, spesso decontestualizzate - cui siamo continuamente sottoposti."
Dossier TAV
Una questione democratica
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di Claudio Calia
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brossurato, 128 pag, b/n
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€ 14,00
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Becco Giallo
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"Quello che abbiamo perso l'abitudine di fare è mettere insieme, trovare le connessioni tra le informazioni - sempre parcellizzate, spesso decontestualizzate - cui siamo continuamente sottoposti."
C. Calia - Il futuro è qui? introduzione a Dossier TAV
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Già. Il futuro è qui?
Il futuro deve proprio correre su un treno iperveloce?Dossier Tav di Claudio Calia inizia con suggestioni e citazioni futuriste: sarebbe piaciuta la TAV ai Futuristi italiani dei primi anni del secolo scorso?
"Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova... la bellezza della velocità".
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Il volume è diviso in 4 capitoli, oltre all'introduzione futurista e a importanti, brevi e diametralmente opposte citazioni dell'ex presidente del consiglio Mario Monti e di Livio Pepino. E si inizia subito con una forte emozione, perché di questa storia fanno parte anche Edoardo Massari, Maria Soledad Rosas e Silvano Pellissero, che i/le più giovani non possono ricordare.
[Confesso di sentirmi inadeguato a scrivere questo commento, per svariati motivi, tra i quali l'affiorare di tanti ricordi alcuni dei quali molto dolorosi, una buona dose di rabbia che ho dentro e, beh sì, anche lo spaesamento che mi provoca il passare dallo scrivere commentini a shojo manga a un'opera densa e così profonda per me (e sicuramente per l'autore) che certamente tocca nervi scoperti e scoperchia il mio pessimismo e una parte della mia anima che cerco sempre di mantenere abbastanza lontano da questo luogo virtuale.]
.Andiamo oltre.
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Una cosa, che forse non ha chissà quale significato, ma che comunque mi ha colpito è che Claudio Calia si auto-raffigura senza gli occhi e non solo in Dossier Tav, ma anche in altre sue opere. Non solo lui, ma anche altri protagonisti dei suoi fumetti non hanno occhi o pupille.
(Ho pensato che potrebbe essere perché il Claudio Calia che c'è nel fumetto non è proprio lo stesso che ne è al di fuori: quello dentro è davvero molto concentrato sul suo lavoro, non intende, mentre lavora, rischiare di essere distratto fissando per sbaglio, dalla tavola, il suo lettore/la sua lettrice. Non ha altri occhi, cioè, per ciò che sta realizzando.)
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Nel secondo capitolo il Claudio-Calia-senza-occhi raccoglie e illustra una serie di informazioni che sono indispensabili per chiunque intenda aprire la bocca sull'argomento Tav.
Certo, si può berciare di qualsiasi cosa senza saperne una mazza, anzi questo è uno degli sport nazionali (incoraggiati dai "social" e dall'anonimato che essi garantiscono), ma se si vuole capire la realtà ed eventualmente sperare di essere incisivi, ahimè è necessario fare la fatica di informarsi.
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Va da sé che in questa parte, così come nel capitolo 4, il testo è preponderante, o meglio: assume forse maggior importanza, rispetto ai disegni, che comunque sono sempre presenti. In questo capitolo Calia non ha timore di esprimere graficamente i suoi propri dubbi, le difficoltà di districarsi in una "faccenda" nella quale, complici i mass media, le informazioni sono sempre state parziali o addirittura occultate.
Nel terzo capitolo si ritorna al "fumetto-fumetto", all'equilibrio della giustapposizione tra testo e disegni.
A questo proposito voglio citare un brano tratto da una conversazione scritta, privata, tra me e l'autore in cui si accenna anche a questo argomento.
Calia dice:
"Io è proprio perché credo che il fumetto sia un linguaggio, e non un "contenuto", che cerco di fare fumetti che si permettono di parlare di tutto. Per questo [...] non riesco ad accettare che con i fumetti si possano raccontare solo "storie" e non, per esempio, fare saggistica, come con Dossier Tav ho tentato di fare. Penso anche che il fumetto possa essere questo insieme di "scrittura grafica" o "testo disegnato" che è quello che fa parte della mia ricerca, e più che "fumetti" non saprei come chiamarli, anche se per temi e modi si discostano da quello che siamo abituati a concepire come "fumetto"."
[la sottolineatura è mia]
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Trovo che queste parole possano essere stimolo anche per future conversazioni e/o scritti.
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Nel terzo capitolo, e non solo, è interessante la conformazione di alcune tavole nelle quali l'autore sceglie di scomporre un'immagine in diverse vignette (tre strisce da due vignette l'una, per un totale di sei vignette) mantenendo l'unità di base dello spazio ma non l'unità di tempo, come si può vedere qui sotto:
"Io è proprio perché credo che il fumetto sia un linguaggio, e non un "contenuto", che cerco di fare fumetti che si permettono di parlare di tutto. Per questo [...] non riesco ad accettare che con i fumetti si possano raccontare solo "storie" e non, per esempio, fare saggistica, come con Dossier Tav ho tentato di fare. Penso anche che il fumetto possa essere questo insieme di "scrittura grafica" o "testo disegnato" che è quello che fa parte della mia ricerca, e più che "fumetti" non saprei come chiamarli, anche se per temi e modi si discostano da quello che siamo abituati a concepire come "fumetto"."
[la sottolineatura è mia]
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Trovo che queste parole possano essere stimolo anche per future conversazioni e/o scritti.
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Nel terzo capitolo, e non solo, è interessante la conformazione di alcune tavole nelle quali l'autore sceglie di scomporre un'immagine in diverse vignette (tre strisce da due vignette l'una, per un totale di sei vignette) mantenendo l'unità di base dello spazio ma non l'unità di tempo, come si può vedere qui sotto:
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L'operazione in sé non è nuova né originale (da Will Eisner in poi è un espediente che moltissimi autori di fumetti hanno usato); conferisce però maggior drammaticità al triste episodio qui rappresentato: la brutta caduta di Luca Abbà, manifestante che rischiò la vita e fu anche massacrato e sfottuto dalla stampa di regime. Fermarsi ancora un attimo a riflettere sull'episodio e sulle sue conseguenze è il giusto effetto che Calia provoca con questa scelta grafica.
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Il racconto continua con i manifestanti, la polizia, il poliziotto "pecorella", personaggi politici, fino ad introdurre il quarto capitolo che come accennato poco sopra ha nuovamente una preponderanza di testo rispetto al disegno: è infatti il capitolo, importantissimo, del confronto tra le posizioni. Da un lato della tavola i motivi del Governo, dall'altro lato il contrappunto del movimento No Tav.
E' il capitolo forse più importante per il discorso in generale.
Non certo perché le manifestazioni, i pestaggi, gli arresti e la sospensione della democrazia in Alta Val di Susa siano di poco conto... Essi sono ben presenti e giustamente sottolineati in Dossier Tav.
Ma se si vogliono avere strumenti sia teorici che concreti per sapere e quindi partecipare, l'informazione e le comunicazioni delle due parti - i pro e i contro, se così vogliamo definirli - sono fondamentali tanto quanto il conoscere le azioni intraprese dall'una e dall'altra parte.
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Nel seguente capitolo L'assedio si torna alla genuina (o più semplicemente "tradizionale"?...) narrazione a fumetti. Ritengo che il titolo del capitolo esprima in modo sufficientemente chiaro la drammatica tematica affrontata.
Infine l'ultimo capitolo, quello della speranza, poche pagine che stemperano in un dolce sorriso il dramma e la tensione accumulate durante la lettura del volume. Una sorta di finale che non anticipo per non rovinare ad alcuno il piacere della scoperta.
Termina il volume una pagina di segnalazione di opere e link per saperne di più.
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Personalmente non considero questo un fumetto "di servizio" né un manuale, ma un volume indispensabile - oltre che piacevole da leggere e coinvolgente ed emozionante - per completare/rinverdire la propria informazione: i sìtav e i notav (anche quelli/e prettamente "da mouse"...) troveranno in Dossier Tav moltissime informazioni sistematizzate e contestualizzate.
Calia è schierato con una delle due parti - giustamente: la costruzione del Tav è un problema di dimensioni talmente gigantesche che non schierarsi è impossibile - nonostante ciò, dà spazio anche alle ragioni dell'altra parte smentendo ancora una volta il presunto "massimalismo" di cui spesso è accusata l'intera parte notav.
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Il libro è stampato su carta FSC (Forest Stewardship Council) ed è rilasciato con licenza Creative Commons. Cioè: da quelle parti oltre a parlare si fa anche qualcosa di concreto.