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Hoarders

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Hoarders_cover

Hoarders

di Alessandro Caligaris

volume brossurato
con bandelle; 
224 pag, b/n


euro 18,00


collana Kina

Eris Edizioni

 

.

“Perché il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all’azione” - Edmund Burke

Ho conosciuto le EdizioniEris grazie ad alcune feste creativo-fumettistico-musicali tenutesi in quel di Torino: all’interno di quelle manifestazioni si teneva una Comic Battle (guarda il video sul Tubo) seguitissima, con partecipanti molto motivati/e e sempre molto interessante e divertente anche per chi come me stava a guardare e a fare il tifo. La Eris– casa editrice antirazzista, anti sessista e anti fascista – si occupava quindi di stampare i volumetti con le storie degli autori/autrici vincitori della Comic Battle, chiamati No Comics.
Bellissimi volumetti dei quali, colpevolmente, non ho mai parlato qui…
Dare un’occhiata veloce al sito della Casa editrice fa subito capire il tipo di impegno e di opere – non solo a fumetti – che fanno parte di un catalogo in piena espansione. Personalmente ho tutta l’intenzione di continuare a seguire da vicino le loro produzioni e di parlarne più spesso qui nel blog.

Kafka_e_MasterThoreau

Ma passiamo a parlare di questo Hoarders, recentissima uscita Eris, opera dell’esordiente Alessandro Caligaris (torinese classe 1981; “ha avuto un’infanzia felice nonostante le dosi massive di tivù berlusconiana”), che mi ha fortemente colpito sia dal punto di vista della storia che da quello grafico. Mi ha anche sensibilmente colpito il fatto che un esordiente… esordisca – appunto - con un’opera così poderosa e impegnativa: un libro a fumetti tutt’altro che sottile del quale l’autore cura tutto, la scrittura, i disegni, l’inchiostrazione.
Un grosso rischio che, nonostante ogni cosa sia sempre perfettibile, ritengo felicemente superato, riuscito.

ParishHitler_3

Hoarder, in inglese, sta a significare una sindrome di accumulo patologico o accumulazione compulsiva di grosse quantità di materiali, dei più disparati, anche inutili o pericolosi.

Hoarders sono quindi gruppi di disperati vagabondi che, nel mondo distopico in cui è ambientata la storia [1], vagano al di fuori delle mura delle città in una perenne e durissima battaglia per la sopravvivenza.
Di contro a questo orrendo, malato “fuori” coperto di rifiuti tossici e macerie e “scarti umani in esubero”, c’è naturalmente un pulito e funzionale “dentro”, rappresentato dalle Città e dai loro privilegiati abitanti, i quali espellono accuratamente tutti i loro rifiuti – umani compresi – per poter continuare a vivere in modo pulito, ordinato e sicuro. O per lo meno così credono.

In effetti la società di Hoarders ricorda tristemente quella reale in cui viviamo, i riferimenti all’interno della storia, occulti ma non troppo, non sono infatti casuali…

Dottor_Bobbit_1

A capo di tutto una sola persona, un solo padrone: ed è proprio alla sua ricerca che partono i protagonisti del viaggio che occuperà il volume, in mezzo a incredibili rivelazioni, colpi di scena ed esplosioni di ultraviolenza.

Personaggi e protagonisti superfreaks di questa intricata storia sono: Kafka, con la faccia da bambino, frutto di esperimenti non proprio ortodossi e perennemente ingabbiato in una camicia di forza; Master Thoreau, autoproclamatosi pastore religioso che vaga alla ricerca del Salvatore, del Messia (tale Santo Trafficante); un gruppetto di altri bambini, scarti umani e sociali anch’essi aventi nomi come Truce e Sbrego; il malvagissimo Dottor Bobbit dalle fattezze orribilmente conigliesche e, infine, la piccola Parish Hitler che compare in copertina, misterioso fulcro di una delle più importanti sottotrame che compongono l’intricato volume: bisognerà infatti accompagnarla dal suo misterioso papino adottivo.

FantAntonio_Thoreau
In questa orribile, desolata, tossica, pericolosissima landa che i nostri “eroi” percorrono per realizzare la loro folle missione, si incontrano le terribili e violentissima bande di Hoarders, come gli Humpa Lumpa Boys o i Terror Tubbies (modellati, come rivela il nome stesso, sulle fattezze dei super-ambigui Teletubbies…) o ancora uomini tramutati in maiali…

La storia, che ritengo fruibile al meglio da un pubblico maturo, è intricata e densissima; la lettura tiene impegnati occhi e mente senza tregua, azione continua, violenza e complesse sottotrame. Come scatole cinesi, ogni poche pagine compaiono nuovi assurdi personaggi e situazioni che rendono più divertente (e sconvolgente) la lettura. Un viaggio e un vortice di avventure che finiranno come non ci si aspetta.

Terror_Tubbies
E’ certo che uno stile come quello di Alessandro Caligaris non si incontra spesso. Hoarders mi ha ricordato una sorta di Mago di Oz + Alice in Wonderland, solo cento volte più drogati, anzi in pieno bad trip, e cento volte più violenti.
Se avete letto fin qui posso immaginare un pensiero che forse vi è venuto alla mente: “Tutto più o meno già visto”. Ma questo pensiero è un errore. Certo, anch’io ho pensato, mentre leggevo il riassunto che la Casa editrice fornisce in quarta di copertina e nelle bandelle all’interno, a Mad Max e ad Alita, ma leggendo e godendomi il volume mi sono reso conto di quanto fossi in errore.
Se le tematiche di base o gli spunti iniziali possono essere simili, tutto il resto è immensamente diverso.
Partendo dal solito presupposto che dall’Iliade in poi tutto è “già visto”, posso assicurare che di Hoardersnon si è “già visto” granché in giro, o meglio, si sono visti parecchi personaggi e situazioni simili, ma mai descritti così, mescolati così, pazzi così, violenti così e disegnati così.

ParishHitler


Lo stile di Alessandro Caligaris non è per tutti/e, questo va detto e comunque salta subito all’occhio al primo sguardo. Si tratta di uno stile di narrazione, sia a livello grafico che di scrittura che di storytelling, intricato, complesso, “sporco”, nervoso e molto d’impatto. Caligaris riempie molto le sue tavole che risultano appunto stracolme di cose. Nonostante ciò la costruzione della tavola, ovvero la successione delle vignette, non è né particolarmente ardita né “sperimentale”, ma abbastanza tradizionale. Ma è forse l’unica cosa “tradizionale” presente in Hoarders.

Questa è una delle rare volte in cui mi sento di affermare che trovo originale lo stile, soprattutto grafico, di un autore. A meno che Caligaris stesso non mi smentisca direttamente, capisco da dove l’autore torinese abbia tratto l’ispirazione per quel tipo di stile, ossia i fumetti underground o comunque non-mainstream, anche se certamente avrà tratto la maggior parte dei propri insegnamenti – come ogni altro/a autore/autrice – dalle proprie letture ed esperienze, che immagino sì onnivore ma più orientate verso un tipo di fumetto non necessariamente convenzionale.

sicari

Hoardersè un volume che necessita di impegno e di un po’ di pelo sullo stomaco, che a mio parere vengono però ampiamente ripagati dalla lettura, intensa, emozionante e divertente (forse fino ad ora non avevo sottolineato abbastanza questo aspetto dell’opera).
A questo linkè possibile gustarsi un estratto del volume.
Buona lettura.

Orlando Furioso

Note:
[1]
… ma è davvero così distopica questa situazione?… Forse un giro nelle bidonville di Calcutta o nelle periferie degradate di una qualche grande città ci convincerebbe del contrario…

Dottor_Bobbit_2


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