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Clik here to view.Dieci Lune
vol. 1 – Preistoria
di: Tso (cover), Spugna, Miedo, Oliveri, Cesaratto, Sdolz, Pantani, Barbera, Cammello, Racca, Mancini
a cura di
Simone Angelini
e Marco Taddei
vol. brossurato, 112 pag. b/n
euro 10,00
.
“Torniamo alle radici e scopriamo quanto stavamo peggio quando stavamo peggio giacché il peggio è il nuovo benessere” (dall’Introduzione)
.
Ogni produzione fumettistica uscita finora per la Casa editrice Bel-Amiè stata meritevole di attenzione.
Veramente più che “meritevoli di attenzione” penso siano gioielli di fumetto non-troppo-convenzionale, specie se/quando la cura è affidata agli ottimi Simone Angelini e Marco Taddei, che come gli/le aficionados di Fumetti di Carta sanno già, non ne sbagliano una (vedi QUI e QUI).
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Dieci Lune vol. 1 Preistoria sarà in vendita dal 1° Maggio e verrà presentato ufficialmente al Comicon di Napoli il 4 Maggio alle 18.30 (quindi se siete da quelle parti…); Simone e Marco me ne hanno fornito un’anteprima digitale completa visto che, grazie al cielo, capita talvolta che l’amore sia un sentimento ricambiato.
“[…] questo volume non è solo dieci novelle a fumetti sulla preistoria attaccate una dopo l’altra ma nasconde ben altro” (dall’Introduzione)
In effetti il volume nasconde altro, anzi, in realtà non nasconde: mondi preistorici e sensazioni, le più variegate ma che sempre avranno a che fare con la piacevolezza e lo stupore e il divertimento, ci vengono offerte (o “sbattute in faccia”, va bene uguale) con potenza e intensità come solo il fumetto non-troppo-convenzionale sa e può fare.
Dietro una copertina (di Tso) che ci fa subito capire in che tipo di territori ci troveremo, ci stanno dieci storie a fumetti che saltano fuori dalla carta (dal monitor, nel mio caso…) e ti soffiano una specie di polverina magica negli occhi e nella mente. E qualche pietrata – visto il tema – che però non lascia lividi, ma piacere e desiderio.
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Nove autori e un’autrice (l’autrice è Flavia Barbera, la conosciamo già e io amo il suo stile sin da quando ho letto una sua storia la prima volta) e uno standard generale altissimo. L’altezza dello standard lo si può verificare anche visitando i blog-siti degli autori e dell’autrice: i link sono raggruppati alla fine di questo scritto e assicuro che c’è da restare incantat*.
Dieci storie, dieci stili, dieci modi diversi di approccio a un tema comune e al fumetto, dieci meravigliosi racconti a fumetti che hanno l’unico difetto di essere… solo dieci. Mi consola la scritta al termine del volume: ci sarà un vol. 2 e, forse, anche un vol. 3 e questa è un’ottima notizia.
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Si comincia con Spugna, pseudonimo di Tommaso Di Spigna [ripeto: qui sotto tutti i link agli autori/autrice] che con un tratto fortemente epico e che paga piacevolmente qualche debito kirbyano, ci racconta nientemeno che la nascita della vita organica, frutto di una devastante battaglia cosmica annunciata dal titolo stesso: Roccia vs Carne. Sue le tre belle immagini qui sopra che descrivono una Terra ancora dominato da forze primordiali e antichissime, non ancora pronte per essere surclassate, ma destinate ad esserlo, da nuovi aggregati molecolari che decideranno il destino del pianeta.
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La seconda storia, intitolata Neolithic, è realizzata da Diego Miedo. Due omaccioni primitivi (appunto) scoprono nuove forme di sostentamento e, ahiloro, anche nuove forme di economia, o forse la prima forma di economia in assoluto. Non sarà una scoperta indolore, nonostante l’entusiasmo iniziale.
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Storia molto ironica e disegnata dall’autore napoletano con uno stile che mi ha ricordato un po’ un Alley Oop moderno… o forse genuinamente neolitico, in un bel bianco e nero con molto grigio (retinato?) a dare maggiore profondità.
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Tutt’altro stile narrativo e grafico per Evoluzione di Jacopo Oliveri aka Fatomale (collaboratore di Lok Zine, altra splendida realtà di cui parlerò presto qui sul blog).
La storia di Oliveri, quasi del tutto muta, è una sorta di manuale evolutivo e perciò procede a descrivere i vari stadi e i processi in cui l’intero pianeta è coinvolto.
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Le varie Ere e gli avvenimenti di importanza planetaria vengono riassunti efficacemente in vignette e tavole nelle quali la ricerca di un’estetica geometrico-narrativa la fa da padrona con risultati piacevolmente decorativi, oltre che efficacemente narrativi. Fino a giungere al finale, inaspettato e ironico.
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A seguire: Memorie di un cavernicolo, di Fabio Cesaratto, anch’egli giovanissimo – caratteristica che accomuna tutti gli autori e l’autrice del volume. Cesaratto usa una scansione della tavola molto regolare: sei vignette per tavola tutte di eguale dimensione. Questo tipo di scansione, unito ad uno stile descrittivo lineare e a un disegno particolarmente intellegibile, rende la particolare storia d’amore tra “cavernicoli” cinematografica e proprio per questo l’ho sentita emotivamente vicina alla mia sensibilità di lettore.
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Visionaria e psychedelica, invece, la storia di SDOLZ intitolata (forse, ma non ci giurerei…) Giaciglio Plebiscito Washington, che è il nome del piccolo dinosauro protagonista di questo delizioso racconto, un delirio tutto da gustare perdendosi nelle lunghe frasi dei balloons, ma naturalmente perdendosi ancor più nelle complicate circonvoluzioni dei pazzeschi disegni di SDOLZ!
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Mostri buffi, dinosauri teneri e coccolosi, oracoli, scimmie poco pelose e un sacco di simboli sparsi qui e là nelle pagine, che sono grandi tavole non suddivise in vignette. Un viaggio allucinato(rio) che stimola (molto…) la fantasia e fa rimpiangere la triste estinzione di quei simpatici lucertoloni che dominavano il pianeta un po’ di tempo fa…
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Savana pulpè il titolo del successivo racconto, opera di Enrico Pantani, il – diciamo – “meno giovane” tra gli autori e l’autrice presenti nel volume. (Di Pantani è, tra l’altro, in uscita un libro a fumetti sempre per Bel-Ami).
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Amo il suo stile così piano e apparentemente semplice - o forse è proprio semplicemente semplice – che fa scolpisce il suo fumetto nello sguardo. Savana pulp racconta una storia, con un finale ironico, sia tramite l’autore che tramite il personaggio protagonista, un primitivo particolarmente smaliziato, che sa bene a chi sta raccontando la sua storia.
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La notte delle stelle che piangonoè la storia di Flavia Barbera, autrice che, come dicevo più sopra, già conosco e amo. L’autrice biellese probabilmente è in grado di toccare determinate corde della mia anima, perché ogni suo fumetto è per me un’esperienza di grandissima intensità che va oltre il mio adorare il suo stile e il suo modo di narrare.
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Flavia Barbera forse conosce il metodo per, ogni volta, sconvolgermi, commuovermi, mettermi a parte di qualche arcano segreto che pochi altri fumetti sono in grado di darmi.
La sua storia, una favola antica, racconta di epoche remote in cui misteriosi riti d’iniziazione cambiavano per sempre la vita delle persone. Tutto è avvolto in un’atmosfera a metà tra il cupo e l’onirico. Le sue tavole sono morbide e crudeli a un tempo. Pur essendo io un amante del bianco e nero, non posso non chiedermi come sarebbe una sua storia a colori…
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E’ poi la volta de La città vuota, di Pablo Cammello.
Intensissima e, mi si scusi l’abuso del termine nelle ultime righe, profondamente commovente. L’autore lombardo possiede una tecnica grafica sopraffina, vera gioia per gli occhi, che mette al servizio di un racconto ucronico (ma allo stesso tempo universale) che ci mostra con una grande malinconia di fondo, come sarebbe il mondo se “l’evoluzione” fosse andata diversamente.
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Una città vuota e triste né più né meno che una delle nostre nella quale il “sangue freddo” che la domina e la governa non è necessariamente sintomo di coraggio e determinazione.
La storia, anche grazie alla citazione finale, possiede in sé una malinconia infinita.
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Penultima storia del volume: Sull’invenzione delle pitture rupestri del piemontese Emanuele Racca e ci racconta una cosina da nulla… nientemeno che l’invenzione dell’Arte!
Deliziosa, colma d’ironia (e un po’ caustica, giustamente) oltre che divertentissima e con una morale, anzi tre, assolutamente condivisibile.
Un bellissimo uso di varie tonalità di grigio rende le tavole di Racca tridimensionali e, dall’altro lato, ne configura degli sfondi “astratti” (perfettamente in tema con l’argomento della storia) e piacevolissimi alla vista.
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Ultimo, splendido racconto del volume è Brodo pineale, di Davide Mancini. Degnissima conclusione di un volume favoloso: storia favolosa anch’essa, cosmica, psychedelica, allucinata e magica, viaggio mentale circolare ed extra-scientifico che mostra il percorso che va dall’infinitamente piccolo all’infinitamente grande e viceversa. Mancini mostra un talento che non vedo l’ora di rivedere e rigustare.
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Una considerazione a lato: tutti gli autori e l’autrice del volume studiano o hanno studiato in accademie o comunque in luoghi specifici nei quali hanno potuto sperimentare e affinare la propria tecnica espressiva. Non voglio dare a questo elemento comune chissà quale significato: semplicemente ho avuto un’ulteriore prova, diciamo così, che il fumetto non-mainstream– o non ancora mainstream - non possiede affatto meno “retaggio o dignità culturale e/o artistico/a” di quello mainstream o seriale.
Dieci Lune mi ha dato tantissimo, molto, molto più di tanti altri fumetti che, una volta piacevolmente letti, vengono dimenticati e subito impilati in ordine numerico.
Se banalmente ragionassi a “stellette”, sarebbero cinque (su cinque, ovvio) al volume e ancora cinque ad ognuna delle storie.
Consigliatissimo a tutt*, ma prima di tutto a me, che non vedo l’ora di sfogliarne e annusarne l’edizione cartacea!
“La preistoria è il nuovo futuro”
Link:
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disegno di SDOLZ